mercoledì 3 febbraio 2010

1 febbraio 2010, schedato per l'ennesima volta

1 Febbraio 2010. Mi sveglio e sono le 7 del mattino, durante la notte mi sono svegliato ogni ora, puntualissimo. Colazione al piano interrato, è un bunker con dentro un self service. Posso scegliere tra due cose che non promettono nulla di buono, quindi ne indico una a caso. Mi viene in mente il film Matrix, quando Neo si risveglia e la sua prima colazione nella Nabuccodonosor è fatta a base di proteine, un miscuglio biancastro: io sto per mangiare la stessa cosa, e si rivelerà insapore. Passo avanti, leggo un cartello scritto a penna: 'Prendi al massimo 2 fette di pane, per favore', obbedisco. Prendo da bere, l'armadio prima di me insiste nel riempirsi con del ghiaccio il bicchierone di plastica enorme, stile McDonald's. Decido di risparmiare al mio corpo un litro e mezzo di DietCOke ghiacciata alle 8 del mattino. A fianco a me due ragazze parlano un inglese scolastico, capisco che una è turca e l'altra olandese, parlano di master degree e vivono nel Berkeley Residence in modo permanente.

Dalla hall dell'ostello mi chiamano un taxi perché la zona non è molto servita e rischierei di aspettare un bel po' prima di vederne passare uno per caso. Un tizio indiano con un furgoncino monovolume mi carica le valigie: '550 Memorial Drive, Cambridge, MA', azzardo un Five-Five-Zero, mi corregge subito sorridendo: Five-Fifty. Buono a sapersi.

La mia residenza per i prossimi 5 mesi si chiama Tang Hall ed è una torre alta 24 piani, con appartamenti da 2,3,4 stanze singole che hanno in comune cucina, bagno e soggiorno: li chiamano 'Efficiency-Flats'. Scopro di essere al 23esimo piano, appartamento E, stanza singola 4. I miei conquilini sono solo 2, quindi una stanza resterà libera ma chiusa a chiave inutilizzata. Sono ambedue cinesi, come il 60% delle persone che incontrerò passeggiando per il campus: Xin e Xiangdan. Ma si pronuncia Zgin e Zgian.

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Entrando nella stanza c'è un interruttore sulla sinistra, ma non c'è alcuna luce sul soffitto, mi spiegano che devo comprarmi una lampada e una delle spine della stanza è collegata all'interruttore. 20$ se ne andranno per non restare al buio. Recupero una lampada da scrivania dal salotto comune, e degli attaccapanni. Si entra nell'edificio grazie ad una carta magnetica del MIT, che ancora non ho, poi le chiavi aprono l'appartamento, la stanza, la palestra al piano interrato, e la cassetta delle lettere che peraltro non ho ancora capito dove sia. Lascio le valigie in camera e me ne vado.

Fa proprio freddo a Cambridge: la parte nord e sud di Boston sono divise da un fiume bello largo: ora è ghiacciato completamente, ed è meta di uccelli e qualcosa simile ad albatros, che passeggiano sulla superficie ghiacciata. Un bel vedere insomma, visto che la mia camera è al 23esimo piano su 24.

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